Michela Guindani, Come un campo di papaveri, Gilgamesh edizioni
Un tranquillo paese della bassa pianura lombarda viene improvvisamente scosso da un omicidio e da una serie di furti molto particolari. Si mettono così in moto le indagini dei Carabinieri che risolveranno solo in parte il mistero. Serviranno competenze molto diverse, rispetto a quelle messe in campo dalle Forze dell’Ordine, per riportare davvero la serenità nel piccolo centro di Cicognolo: l’affetto, la comprensione e l’onestà dell’amicizia.
Come un campo di papaveri di Michela Guindani, Gilgamesh edizioni è un libro intenso e poetico. Che rimane nel cuore.
Una dedica e nessun nome per i capitoli. La storia entra subito nel vivo…
Doveva scontare due anni e già ne era passato uno. In carcere era entrato poco più che maggiorenne e sin dal primo giorno promise a se stesso che ne sarebbe uscito fiero di sé, perché si riteneva innocente, anche se stupidamente ingenuo. Aveva davanti una vita intera e nella sua giovanile e fervida immaginazione sognava decisamente molto più che quattro mura che facevano da contorno a pochi metri quadrati. Nikolas, fisico elegante e mente raffinata, aveva commesso un errore che gli era costato una grave condanna penale.
Nella bassa padana, terra di argilla e paludi, striscia di Pianura che si estende lungo il fiume Po, all’incirca compresa tra la provincia pavese e le valli di Comacchio e chiusa a sud, per tutta la sua lunghezza, dall’Appennino ligure e tosco- emiliano. L’autrice narra ciò che le è familiare, la sua terra, descritta in modo minuzioso e sublime.
Nella copertina del romanzo, così simile a un olio su tela, padroneggiamo i papaveri, fiori tipici dei campi della zona. Nel linguaggio dei fiori e delle piante il papavero assume diversi significati a seconda del colore dei suoi petali, il giallo simboleggia il successo, il rosso rappresenta il sonno e l’oblio, il rosa la serenità, il bianco è di cattivo auspicio.
Simbolo di delicatezza e resilienza, nel romanzo rappresentano la gentilezza umana. Elemento naturalmente intrinseco negli abitanti della pianura, forti e fragili, educati e attenti. Comunità unità tra passato e presente. Puzzle nel tempo che prende di erse forme.
Le storie degli abitanti di Cigolo, piccolo centro solitamente tranquillo, si intrecciano agilmente. Per passare dal micro al macro perché nulla è come appare. La verità grida tra gli eventi che si susseguono velocemente come le voci degli attori che sussurrano tra differenze e similitudini.
Lo stile narrativo è scorrevole, attento e sciolto verso un finale sorprendente, il libro di esordio dell’ autrice è un buon romanzo che unisce giallo e narrativa. In autunno parleremo del suo secondo titolo, intanto in questa pausa estiva godetevi ( se volete) una lettura piacevole e coinvolgente.