Gilgamesh edizioni torna con un nuovo libro interessante, profondo e …..lascio a voi il gusto di scoprire, Ho Visto(J’ai vu) di Mauro Acquaroni.
E se fosse un albero a raccontare le vite che gli passano davanti in una Parigi che non potrai non amare? E queste vite, queste esistenze, cosa lasciano nel ricordo di un essere così longevo da poterne raccogliere ogni sfumatura?
Vite diverse che scorrono sotto gli occhi di un ciliegio, il cui germoglio sbuca sulla Butte di Montmartre nel 1885 e che nulla può fare se non registrare quanto accade.
Cosa ne penso
Francia, da un germoglio può nascere un ramo e poi un albero. Forte, rigoglioso che fa da sfondo a vite ed eventi. Inizia così una storia unica, narrata ne libro HO VISTO (J’ai vu)di Mauro Acquaroni, Gilgamesh Edizioni.
Perché questa è la natura e il destino di questa città ai miei piedi: aspirare ogni energia, ogni forza, ogni ricchezza nel proprio cuore, fino alla stella d’ottone del point zero al centro dell’ Île de la Cité, lasciando deserto e rimpianti fuori dai propri confini, approfittando dei contadini normanni e dei pescatori marsigliesi, perché Parigi è madre e matrigna, gioia e dolore, orgoglio e sfruttamento. Paris ce n’est pas la France, c’est Paris.
HO VISTO (J’ai vu) come un voyeur che osserva e racconta le vite altrui. Come nelle favole antiche, dando voce a persone,e situazioni e ingisutizie. L’autore racconta le due guerre mondiali con attenzione e sensibilità, periodi storici difficili e intrisi di sangue. M. Acquaroni ne sviscera le ombre dando importanza alla luce, come il re che è nudo.
…a Montmartre, alla fine, la guerra si riduceva a questo: fame, soprusi e umiliazioni.
Gli ideali vengono privati delle ali in modo semplice e forse indolore. Morti e reintegrazioni si alternano alla vita.
Ho visto quelle due figure affrontare diverse stagioni, e mentre il mio tronco si allargava di un cerchio ogni anno e la mia corteccia si crepava sempre più, una di loro cresceva e si faceva donna, l’altra si incurvava e si avvicinava alla vecchiaia, un fiore sbocciava, un fiore avvizziva. Può piacere o no, ma è la meravigliosa e orribile natura delle cose.
Quasi un secolo di storia raccontato in modo originale, moderno e scorrevole. Dall’inizio sino alla domanda cruciale, “Vale la pena d’esser vissuta questa vita?”.
Mauro Acquaroni nasce a Sabbioneta (MN) nel 1961. È notaio e non si accontenta di vivere le proprie passioni, ne scrive. Scrive di Roma e Parigi in un divertissement letterario con Gioco, partita,incontro. Scrive di compagni di classe, di radio private, di paradossi e finte verità in Fosse vero. Scrive di un “giovin” Notaio parigino alle prese con Eric, testimonianza di cent’anni di storia e di sensi di colpa, cullati sulle acque della Senna e sulle note di un adagio di Albinoni, in Luc. Scrive di un adolescente sbocciato sul ring, per una sola stagione, imploso in sé e rapito da un disco dei Pink Floyd in Come un jab.
Con Gilgamesh Edizioni pubblica Piccioni – Romanzo senz’acca, De La Tour – Il peccato del tennista, L’Utile – à la recherche de e Ho visto – J’ai vu.