Feliciana Zuccaro è tornata!
Eccoci con la seconda tappa della nuova rubrica, 12 poesie in 12 mesi, in collaborazione con il bookblog Gli Occhi del Lupo.
Questo mese presentiamo la silloge, Per ogni volta che sei morta di Feliciana Zuccaro.
Ieri è uscita la mia recensione sul bookblog Gli Occhi del Lupo, oggi conosceremo meglio l’ autrice.
Viviamo nell’idea che la morte non faccia parte della nostra vita, ma sia solo l’epilogo di questa. E invece, nei giorni che si susseguono, tra i corpi segnati dalla quotidianità, tra i litigi che in una coppia nascono e muoiono senza sosta, si muore infinite volte. Ci sono giorni in cui si muore più volte e giorni, invece, in cui non si muore mai. Ma è la somma di queste volte che fa male. Bisognerebbe imparare a farsi la vita con più leggerezza, con spensieratezza, senza appesantire le parole e senza lasciare spazi vuoti e momenti di buio. I corpi, un uomo e una donna, le entità, i loro cuori, le mani che si sfiorano, potrebbero raccontarsi ogni cosa con delicatezza e morendo una volta in meno. Una volta in meno, meno un’altra volta in meno, sottrazioni delle morti quotidiane, annuncerebbero vite più piacevoli. Questa silloge vuole mettere in poesia il racconto di una coppia che si fa del male quotidianamente, trovando spazio nei dialoghi e nei ricordi di momenti passati e volte in cui si sono uccisi per poi trovare il modo di vivere. Prefazione di Anna Lisa Pulizzi.
Intervista con Feliciana Zuccaro
1) Chi è FELICIANA ZUCCARO? Raccontaci qualcosa su di te
Sono una donna, 42enne, sposata e mamma di due bambini, laureata in agraria, libero professionista, attualmente impiegata in un ente pubblico con contratto a termine, con la grande passione per la lettura e la scrittura dai tempi dell’adolescenza.
2) Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la scrittura?
L’amore per la lettura è nato a dieci anni, quando mio zio mi regalò due libri di Gianni Rodari. Uno dei due era La freccia azzurra. Ricordo che leggevo questo libro che parlava di un treno e con la fantasia iniziai a viaggiare sui suoi binari… Poi a quattordici anni, nella biblioteca dell’istituto superiore che frequentavo, la mia professoressa di Letteratura di allora, mi consigliò di leggere l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, e da allora iniziai a pensare che scrivere fosse bellissimo. Scrivevo già da tempo poesie che affidavo alle mie agende, ma sognavo di scrivere un giorno qualcosa da poter pubblicare.
3) Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?
Tra cose scritte su pezzetti di carta e quelle scritte al PC, è d’obbligo che ogni giorno scrivo per mezz’ora. Ma se ho un’idea in testa, passo anche ore a scrivere, senza fermarmi.
4) Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o ascolti della musica?
Mi definisco una scrittrice anomala, perché con la musica trovo la massima ispirazione e, paradossalmente, mi concentro con più facilità.
5) I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?
Nel caso della silloge di poesie e del mio primissimo romanzo, quello d’esordio, no! Il secondo romanzo invece ha persino, all’interno della copertina, un QR-code per ascoltarne la colonna sonora tramite Spotify.
6) Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?
Il mio autore preferito in assoluto è Dostoevskij. A seguire c’è Paul Auster e Murakami, tra gli stranieri viventi, e infine un italiano contemporaneo, Alberto Garlini. Ma il libro che amerò per sempre, dopo Antologia di Spoon River che mi ha avvicinato alla scrittura, è Memoria da una casa di morti di Dostoevskij.
7) Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché? (Raccontacelo nei limiti dello spoiler)
Della silloge che ho pubblicato “Per ogni volta che sei morta”, non cambierei nulla. È una raccolta di poesie che in realtà narra una storia di una coppia che si fa male ogni giorno, in tanti modi diversi. È ispirata a storie vere di persone che io conosco, ma è lontana anni luce dalla mia vita personale, non la sento vicina a me; nonostante questo non ne cambierei una virgola.
8) Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i?
Assolutamente no. Ho dovuto ascoltare alcune donne che hanno subito violenza fisica e verbale prima di mettere giù le mie poesie, quindi una lieve ispirazione a qualcuno che conosco c’è. Ma voglio mantenere il riserbo a tal proposito.
9) Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro?
Di leggere tanto, di seguire corsi di scrittura per migliorare tecnicamente, se possibile di farsi seguire da un editor per non lasciare nulla di intentato, di ascoltare con umiltà anche le critiche perché aiutano a migliorarsi, ma di non abbattersi mai, crederci, fino in fondo.
10) È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare il tuo romanzo?
Perché “Per ogni volta che sei morta” non è solo una raccolta di poesie tra loro scollegate. È una storia. La storia di una normalissima coppia, come ce ne sono tante, che si fa male quotidianamente, con le parole, con le urla, con le mani. Insomma, un mix di emozioni in 80 pagine. Leggetelo, non vi deluderà.