Eccoci con la seconda tappa della nuova rubrica, 12 poesie in 12 mesi, in collaborazione con il bookblog Gli Occhi del Lupo.
Questo primo mese presentiamo la silloge, Se non è amore di Mariantonietta Barbara. Ieri è uscita la recensione sul bookblog Gli Occhi del Lupo, oggi conosceremo meglio l’ autrice.
Intervista con Mariantonietta Barbara…
Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?
In questo periodo, in cui seguo tre progetti contemporaneamente, due o tre ore. Normalmente molto meno e dedico un po’ di tempo anche allo studio. Poi tutto dipende dalle varie responsabilità di famiglia 🙂
Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o ascolti della musica?
Silenzio assoluto, ma sono cambiata: una volta avevo bisogno di un sottofondo musicale. Ora mi distrae, anche se è in lingua inglese, visto che cerco di tradurre il testo. Perciò ultimamente, se ho bisogno di un sottofondo che mi aiuti a concentrarmi, ascolto i brani per violoncello di Bach.
I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?
Alcuni sì, quelli legati maggiormente alle mie esperienze. Però non la indico nel libro. È una sorta di ispirazione che mi accompagna lungo tutto il percorso.
Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?
Domanda difficile: ne amo troppe e troppi. Potrei indicarne alcuni: Agatha Christie, Alice Munro, Grace Paley, Patrizia Cavalli, Natalia Ginzburg, Ursula Le Guin, Margaret Atwood, Raymond Carver, Tolstoj, Dumas. Ultimamente ho ascoltato più volte l’audiolibro de Il conte di Montecristo (disponibile gratuitamente su Radio Play) e letto molto le raccolte poetiche di Paley.
Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché? (Raccontacelo nei limiti dello spoiler)
Lavorando con il self publishing lo faccio e lo farò. Negli anni la sensibilità cambia, la mia è cambiata. Ci sono errori di struttura o di trama o espressioni che non userei più. Se penso all’ultima raccolta, Se non è amore, sto già pensando di cambiare un paio di versi che non mi convincono più 🙂 Lo faccio insomma per migliorare il mio lavoro.
Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/ dei tuoi personaggio/i?
Mi ispiro molto alle persone che conosco, alle amiche e molto anche alle persone antipatiche. Però non descrivo mai troppo fisicamente le donne delle mie storie: lascio che chi legge se ne faccia una personale immagine.
Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro?
Di farlo prima rileggere a qualcuno che non ti dirà automaticamente che gli piace. Io, per esempio, ho un paio di amiche che notano immediatamente i miei errori/refusi o alcuni passaggi pesanti/superflui e me lo dicono subito. Anche di stare alla larga da chiunque richieda soldi, a vario titolo, per pubblicare.
È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare il tuo romanzo?
I miei libri cercano di esplorare punti di vista diversi dal solito. Per esempio, in Amiche per caso, scritto con Silvestra Sorbera, si racconta dell’amicizia tra donne, con tutte le sue difficoltà e gli uomini sono in secondo piano, anche se si parla di loro. Con Gabriella Rinaldi abbiamo scritto racconti di Halloween poco paurosi, ma che rispecchiano i problemi di molte donne (violenza, solitudine). Il tutto è naturalmente condito da molta ironia. Ci si diverte.
Nelle poesie, anche, cerco nuovi punti di vista, ma in quel caso è più difficile dire perché acquistare una raccolta. Perché costa poco? Perché in Se non è amore si parla anche di delusioni, allontanamenti, realtà oltre che sogno? Perché ogni poesia è come un bocconcino da leggere al volo anche quando non c’è tempo?
Come nasce la tua poetica?
Riguardo alla mia poetica, direi che sta ancora nascendo. Sono alla mia decima raccolta, ma è un progetto in fieri. Al momento sperimentazione è la parola d’ordine, puntando a costruirmi uno stile che non sia però mai un limite.
Che ne pensi della poesia odierna?
Per chi ha fatto studi classici, la poesia odierna può essere spiazzante nella sua totale libertà del verso. Offre però tanti spunti interessanti, recupera il rapporto con lo spazio della pagina. Ultimamente sto leggendo autori americani e rileggo la mia preferita, Paley, anche se ha scritto pochissimo. Trovo che sia una sfida costante e insieme una ricerca del confine del verso, delle strofe. Circa i contenuti, mi incuriosisce la poesia legata ai temi politici, economici, ecologici.
Poesia e social, cosa ne pensi?
Amo la possibilità, che i social offrono, di imbattersi quotidianamente nella poesia e in nuove autrici e autori. Il rischio è sempre quello di dare una cornice autorevole a ciò che autorevole o pregevole non è, ma lo si corre volentieri di fronte a tanta disponibilità
o, delle strofe. Circa i contenuti, mi incuriosisce la poesia legata ai temi politici, economici, ecologici.