Buongiorno readers,

Oggi abbiamo il piacere di ospitare un autore che adoriamo, Giacomo Assennato. Abbiamo letto e recensito molti dei suoi libri che ci hanno fatto sognare, sospirare ed emozionare. Scrittore dallo stile unico che la nostra  Faby adora  è stato amore a prima vista con lo stile delicato, descrittivo e denso di sentimenti, dell’autore. I suoi scritti sono favole moderne, a tratti malinconiche e frizzanti. Capaci di creare un mondo caleidoscopico, in una continua altalena di sorrisi e pensieri. Nel 2019 lo abbiamo conosciuto con “Sapessi Luca”(qui la recensione),  la storia di un amore improvviso, violento e silenzioso. Forse perché come scriveva Lord Byron, ” l’amicizia è amore senza le sue ali“. Il romanzo mi ha incuriosito dal titolo e dopo aver letto la sinossi ne ero già stregata. La lettura è stata coinvolgente, a volte struggente e troppo breve. Ho divorato la storia di Matteo e Luca. Due ragazzi che sono complici, confidenti e fratelli di vita. Condividono pensieri ed insicurezze adolescenziali, tra risate e giochi. Un rapporto intenso che per Matteo assume colori diversi e diventa quasi una dipendenza….

 

Dimmi chi sei, (qui la recensione) è un libro dolce ed amaro in cui passato e presente si intrecciano nelle vite di Antonio e Pietro. Nati nel profondo sud, realtà chiusa, forte e difficile nello scorso secolo. Soprattutto per un ragazzo timido ed introverso come Antonio. Il loro incontro è casuale e vitale. Insieme scopriranno i tumulti del cuore e la cattiveria delle persone. Che lascerà in loro ferite indelebili. Pensieri, paure e speranze vengono narrate con semplicità e eleganza. Lo stile dell’autore è sempre piacevole, scorrevole ed accattivante. I personaggi ben descritti ed il loro rapporto trasuda dalle pagine, senza scadere nell`erotico. È un amore antico, dove bastava tenersi per mano per completarsi. I due spazi temporali si intrecciano magistralmente. Il sud, la violenza ed il viaggio verso la speranza: il nord. Libero, ricco e sconosciuto. Pari al sogno americano. Antonio e Pietro cresceranno insieme, diventeranno uomini felici rispettando il buon costume sociale.

 

E’ la vita che gioca, (qui la recensione) sequel di Stellato il cielo com’è in cui grazie ad una opportunità lavorativa, Martino volerà in America. Patria delle contraddizioni. Il protagonista ne verrà colpito, in pieno. Boston lo accoglierà tra villette vittoriane e sobborghi abbandonati. Una metropoli densa di luci ed ombre. Come l’ambiente di lavoro. Un viaggio fisico ed interiore dove ricorderà con nostalgia gli amici di sempre, Filippo e Federico. Nonostante nuovi incontri come la dottoressa Francesca ed Ethan, personaggi decisi e affettuosi. Passato e presente si intrecciano verso il futuro. Ed anche l’ amore farà la sua comparsa, con lo sguardo e curioso di un misterioso ragazzo. Un incontro casuale in metropolitana.

Mi Chiamo Pietro, (qui la recensione), Antonio e Pietro. Pietro e Antonio. Una storia d’amore lunga una vita intera, già raccontata in “Dimmi chi sei”. Questa novella è il punto di vista di Pietro, il suo realizzare che qualcosa non va, lo sgomento nel capire che quella vita che hanno sempre percorso insieme proverà a dividerli, suo malgrado, nell’ombra di un nemico invisibile. È l’inizio di un nuovo scoglio lungo il cammino dei due uomini, una svolta dolorosa che sconvolgerà la loro vita, ma non inciderà sulla loro unione.

 

 

Un autore che nella precedente intervista aveva detto, “ Parlare di me stesso… Un po’ l’ho fatto in ciascuno dei miei libri, in cui trovi sempre un personaggio insicuro, ansioso e con qualche mania; magari è gentile e simpatico, però ha sempre paura di essere inadeguato. Quella è una parte di me. Mi crea un po’ di confusione descrivermi, perché abbastanza recentemente un brutto evento mi ha spezzato in due e ha cambiato profondamente il mio modo di vivere, facendo emergere anche un lato che si è dimostrato forte e più sicuro. Riguardo al tempo che passa, ho un rapporto costante con il mondo attuale. L’avevo giurato da ragazzo di non dire mai “ai miei tempi…” ed è avvenuto così, con naturalezza, che il “mio tempo” sia sempre stato il presente, nella musica che ascolto, nel modo di parlare, di vestire, di essere aperto al mondo senza pregiudizi“. Conosciamolo meglio oggi..

Nel giorno del solstizio di primavera uscirà il suo nuovo romanzo, “IL SOLO POSTO AL MONDO” di Giacomo Assennato ..

TITOLO: Il solo posto al mondo
AUTORE: Giacomo Assennato
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Contemporaneo
EBOOK: Si
PAGINE: 191
DATA USCITA: 21 Marzo 2021
PREZZO: € 3,50 su Amazon

TRAMA:
Gabriele è uno studente universitario all’ultimo anno del corso di Laurea; la sua carriera procede brillantemente, al contrario della sua vita privata. Da tempo ha scelto di essere invisibile, di chiudersi al mondo dopo un’adolescenza segnata dal confronto con i compagni di scuola, toccato dalla loro insensibilità. Cristian, anche lui studente, frequenta un’altra Facoltà, ha abitudini diverse e solo un incontro del tutto imprevisto avvicinerà i due ragazzi. Sarà grazie alla delicata intraprendenza di Cristian che Gabriele riuscirà a sciogliere il nodo che gli impedisce di essere pienamente se stesso, allontanerà la malinconia di fondo con cui ha convissuto e sarà libero di abbracciare una grande storia d’amore. Il loro sarà un rapporto scintillante, divertente ed intenso. Ma la vita, si sa, è fatta di incontri, sogni, sbagli, e non tutto andrà come si aspettavano.

 

 

Giacomo Assennato è un autore che come accennato abbiamo letto, apprezzato., recensito ed intervistato(qui l’ultima chiaccherata). Il blog ha seguito la sua fantasia e popolarità, oggi lo rincontriamo per il suo ultimo lavoro, “IL SOLO POSTO AL MONDO” di Giacomo Assennato ..

– Buongiorno, uscirà il 21 marzo il tuo nuovo romanzo. La data immagino sia voluta e ricercata.

Sì, quando ho visto che il libro, revisione compresa, era pronto a metà febbraio, ho pensato di abbinare l’uscita all’inizio della primavera, come buon auspicio. Tutti quanti, e quindi anch’io, abbiamo bisogno di non dimenticare che fuori c’è un mondo che ha il suo ritmo, mentre il nostro, in questo momento, è un po’ ingabbiato. E quindi, anche se stiamo in casa, segniamoci che è primavera.

 

– Come nasce questa nuova avventura?

Come in tutte le storie che scrivo, fra le righe c’è tanto di me. Per fare un esempio che non sia spoiler, Gabriele professore che soccorre l’alunno in lacrime è un fatto vissuto da me in prima persona, così come il suo modo di fare lezione. Questa storia era nata al contrario. Era scritta partendo dal presente e il personaggio principale aveva vent’anni di ricordi sulle spalle. Non mi suonava bene questo peso del passato continuamente rievocato con nolstalgia. Quindi ho deciso di partire da lui ragazzino e di percorrere la strada in crescendo.

– Gabriele e Christian sono due personaggi giovani e diversi tra loro. La loro storia nasce all’università. Vuoi raccontarceli?

Al momento del loro incontro sono diametralmente opposti: Gabriele chiuso al mondo e Cristian pieno di vita. Ma il ghiaccio che ingabbia Gabriele è voluto, è una difesa, si scioglie subito ed emerge una parità di prontezza e dinamicità fra i due. Non sono mielosi, se le dicono, si punzecchiano, sono simpatici, si prendono in giro. Mi ricordano gli amici di “Sapessi, Luca”.

Il libro è scritto in terza persona, finalmente, per cui i tanti discorsi sdolcinati che nell’altra forma deve dire il protagonista per far capire i suoi sentimenti, qua li affronta il “narratore”, e i dialoghi fra Gabriele e Cristian sono più freschi.

– Che rapporto avete avuto?

Si sono scritti da soli. Era tanto che non mi succedeva. Correvano autonomi. Mentre scrivevo un capitolo “mi dicevano cosa avrebbero fatto in quello dopo”. Tanto è vero che in calce alla pagina Word avevo decine e decine di appunti o battute pronte che mi erano saltate in mente nei momenti meno opportuni. Detto da me non è simpatico, ma i due ragazzi hanno un carattere così vivo che, per forza, mentre scrivevo una scena, capivo come avrebbero reagito nelle pagine successive o anche molto più in là… Sono fra i personaggi dei miei libri che amo di più, molto vicini ad Antonio e Pietro di “Dimmi chi sei”, sebbene tanto diversi.

La storia è ambientata alla fine dello scorso secolo. Come mai questo periodo? E Milano?

Dovendo occupare circa vent’anni era una scelta obbligata. Ma ci sono anche dei particolari che l’hanno imposta. C’è un servizio militare obbligatorio di mezzo e il servizio civile è stato istituito solo nel 2001; inoltre Gabriele a 15 anni non riesce ad affrontare la sua omosessualità. Vent’anni fa era già possibile farlo con una certa serenità, ma a qualcuno non è riuscito: lui è uno di questi. Non è certo facilissimo per un 15enne anche oggi, ma il mondo è cambiato (purtroppo mai quanto dovrebbe).

Milano è per me una scelta obbligata. La considero la città in cui uno può essere quello che vuole, può sparire, se crede, vivere bene da solo, o essere animale sociale; ci sono mille occasioni per ogni anima. Io ci vivrei.

Come è stata e cosa hai provato durante la stesura?

È stata difficoltosa per quello che ho detto prima. C’era troppa nostalgia nei ricordi che influenzavano il presente e lo rendevano malinconico. Capolgendo c’è un’attualità allegra, gioiosa, i primi passi e i primi anni di Gabriele e Cristian sono divertenti, e hanno un futuro da sognare.

– È un libro diverso da quelli che conosciamo ed amiamo che portano la tua firma.

Non molto. C’è un grande amore, quello che casca addosso per caso ed è quello che nessuno si aspettava, ma avrebbe voluto… C’è una storia bella, che sembra perdersi malamente e poi… (zitto!). La differenza secondo me importante è l’uso della terza persona. Scrivendo in prima, le altre volte, le parole spesso dovevano essere più semplici (erano ragazzi che parlavano fra di loro o i pensieri di un giovane protagonista), in questo caso ho avuto a disposizione più vocabolario, dato che la vicenda è raccontata da un terzo. Nei dialoghi invece i personaggi parlano come è giusto che sia nella realtà.

– Il personaggio secondario che hai amato di più?

Angelo, un amico militare di Cristian, paziente, buono e disponibile. Ivan, uno dei piccoli gemelli, che è un sognatore, un bambino romantico (che non mi dispiacerebbe vedere crescere in un libro tutto suo).

– Ed il più difficile?

Sicuramente Valentina. Era difficile non farla cadere nel personaggio della moglie delusa e/o incattivita. Valentina è intelligente e ama il marito, pur avendo chiaro il limite della loro relazione, ma conosce anche la differenza fra il bene e l’amore. È stato impegnativo anche dipingerla in questo senso, che non fosse troppo remissiva ma avesse la sua dignità.

– Gabriele e Cristian cresceranno, cambieranno e …vuoi descriverli brevemente?

Passato il momento dell’impaccio nel conoscersi, decollano; fra loro c’è un rapporto intenso, ma pari, nessuno dipende dall’altro. Non c’è, per chi ha letto “Dimmi chi sei” un Antonio che si beve tutto di Pietro, questi se le dicono, bisticciano, si tengono il muso. Anche sessualmente sono più definiti. Mi hanno fatto divertire. Anche commuovere, perché il loro è un amore totale, e se lo dimostrano con piccoli gesti, senza sviolinate.

– descrivi il tuo libro con tre parole

C’è la vita che vorremmo e quella che ci capita. Un errore o una scelta sbagliata ci possono portare fuori strada. Ma si può cambiare ancora, ricordiamocelo.

I lettori dovrebbero comprare il tuo libro perché…?

Perché per buona parte è divertente, raccontando una storia che nasce impacciata ma due pagine dopo che è cominciata fiorisce ed è briosa per tanti anni, attraversando esami, concorsi, partenze e ritorni. Ci sarà un problema grosso fra loro, ma… leggetelo lo stesso: alla parola FINE, dopo avermi detestato per qualche pagina, sorriderete di nuovo.

– Speranze?

Se intendi professionali, non sono un “giovane scrittore emergente”, e a questa età sono contento del tipo di successo che ho, fatto di affetto: i “lettori” mi scrivono e a ogni messaggio capisco che siamo in due ad avere la stessa sensibilità (chi scrive e chi legge), per cui dopo qualche scambio di mail o di chiacchierate su Messenger, diventiamo amici. Il successo, per me, non è nel numero di copie vendute o nella scritta “Mondadori” sulla copertina: è quando qualcuno ti dice “ma come fai a scrivere una storia come questa? C’è dentro la mia vita”; allora mi dico che sono arrivato a un bel punto (ovvio, comunque, che se Mondadori mi facesse una telefonata non mi farebbe certo dispiacere, ti pare?).

– Progetti?

Ogni volta che ho finito un libro sono esaurito e privo di fantasia. Questa volta però qualcosa bolle in pentola. È presto per parlarne, ma anche per scriverne. Lascio che l’idea prenda spazio e poi vedremo. Di sicuro resterò nel genere M/M, malgrado ogni tanto qualcuno mi chieda “Ma un libro normale quando lo scrivi?”.

 

 

 

 

 

Giacomo Assennato nasce in Sicilia, ma questa terra solare imparerà a conoscerla solo da grande, in vacanza, perché quando ha appena tre anni, la sua famiglia si trasferisce a Firenze. Per questo aspira tutte le “c”. Studia, non molto in verità, al Liceo Artistico e poi frequenta la Facoltà di Lettere.  Il suo lavoro principale è quello di insegnante alle scuole superiori ma, nel privato, appassionato di pittura, di musica e della parola scritta, si dedica a tutte e tre le possibilità espressive. Ha una bella famiglia con cui condivide stimoli e soddisfazioni. I suoi primi passi nell’editoria lo vedono come autore di libri scolastici, per Mondadori e Tramontana; ma la sua indole è quella di raccontare storie; ha sempre scritto, fin da ragazzo, e arriva alla narrativa con “Tanto Sonno” (una raccolta di 9 racconti), col romanzo “Le strade che non portano”, “Un’immensa giornata”, che ne è il seguito ideale e il romanzo “Le cose accadono”, delicata e intensa storia a tema M/M. Nel 2019 “Sapessi, Luca” è la sua seconda prova nel romanzo M/M. A seguire poi “Dimmi chi sei”, “Stellato il cielo com’è” ,  “E’ la vita che gioca”, “Mi chiamo Pietro” e in collaborazione con Dawn Blackridge, “La musica che fai”.

 

 

 

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