Lib(e)ra_Mente

Ilaria Caserini, autrice di AmoresSia e Autopsia di un’emozione

Buona domenica readers. Oggi incontriamo un autrice dolce e talentuosa, Ilaria Caserini. Che ho conosciuto a Napoli città libro, grazie al Collettivo Scrittori Uniti. Un occasione unica per respirare parole, fantasia ed amicizia.

Questa è la prima di una serie di interviste dedicate agli autori del Collettivo Scrittori Uniti. Realtà poliedrica e professionale per tutti! Capitanata dal grande Claudio Secci che ringrazio per la fiducia e amicizia.

Buongiorno, vuoi presentarti ai nostri lettori?

Buongiorno, carissimi lettori. Sono Ilaria, quarantaquattro anni, donna, mamma e amante dei libri.

Chi è Isabella

Isabella, protagonista del mio nuovo romanzo, “AmoreSsia”, è un’adolescente che soffre di disturbi alimentari. La troviamo, come personaggio secondario, anche nel mio primo romanzo, “Autopsia di un’emozione”. I due libri sono collegati e il secondo è uno spin-off del precedente.  

“AmoreSsia”, citando la sinossi dell’opera, “è un romanzo che parla di mare, di buio, di luce, di corpi nascosti, di anime svelate, di battaglie interiori, di conflitti famigliari.” 

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Come nasce la passione per la scrittura

La passione per la scrittura è nata grazie all’amore per la lettura che mi è stato trasmesso da mia mamma. Fin da piccolissima sono sempre stata affascinata dai libri e ho letto sempre moltissimo.  Durante la scuola elementare, ho cominciato a cimentarmi anche nella scrittura, componendo poesie e racconti. In età adulta, all’alba dei quarant’anni, ho deciso di scrivere un romanzo.

A oggi hai pubblicato due raccolte di poesie, due romanzi e un racconto. Vuoi parlarci di questa avventura? 

Tutto cominciò nel lontano 2005 quando una casa editrice notò le mie poesie e mi propose di pubblicare, insieme ad altri artisti, una raccolta dal titolo “Spiragli”. Da quella pubblicazione alla successiva, però, trascorsero ben quattordici anni nei quali, più volte, mi prefissai l’obiettivo di tornare a pubblicare qualcosa, ma la mancanza di tempo libero e una serie di imprevisti si interposero tra l’idea e la concretizzazione del progetto.

Soltanto nel 2019 sono riuscita a pubblicare, con la PubMe Policromia, il primo romanzo, “Autopsia di un’emozione”, a tema “depressione”, scritto tra il 2017 e il 2018, complici i mesi di congedo parentale dal lavoro per la nascita del mio bambino.

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A quella pubblicazione sono poi seguiti una seconda raccolta di poesie, “A piedi nudi nell’anima” (self-publishing), un racconto fantasy, “Zaffiri e Lucciole” (PubMe Policromia), e ad aprile 2023 è arrivato “AmoreSsia” (PubMe Milos).

Immaginati arrivata al successo grazie a una pubblicazione. Di cosa vorresti trattasse questa tua opera?

Nel mio piccolo, a livello di media editoria, già col primo romanzo ho ottenuto diversi riconoscimenti e tante soddisfazioni. Spero che anche AmoreSsia, possa conquistare allo stesso modo critici e lettori. Ma, sinceramente, ho non poca ansia da prestazione. Temo molto il confronto tra i due libri. Quando il primo raccoglie tanti consensi e apprezzamenti, si ha poi il timore che il secondo non sia allo stesso livello. Credo sia una paura legittima e diffusa nel mondo artistico. Se invece parliamo di grande editoria, di successo col botto ad alti livelli, be’… se posso sognare, oso e spero che, prima o poi, riuscirò a scrivere qualcosa di davvero “svoltante”, magari il terzo libro del filone “disagi sociali”. Un romanzo dove le due donne protagoniste dei primi due romanzi, Anna e Isabella, si ritrovano magari compagne di avventure in una nuova storia.   

Perché il primo libro è piaciuto tanto?

Critici e lettori hanno apprezzato, così mi han detto, la capacità di trattare in modo leggero un tema tanto delicato e importante come la depressione. Trama avvincente e lettura scorrevole, unite all’originalità della struttura. Il libro si sviluppa su due trame parallele, vicine nel significato, ma lontane nel tempo: da una parte vi è Anna, giovane donna che vive la depressione ai giorni nostri, dall’altra sono narrate le vicende di Egidio, rinchiuso in un manicomio negli anni cinquanta, in quanto malato di depressione e considerato incapace di intendere e di volere, secondo la mentalità dell’epoca, a causa del suo malessere.

Che consiglio daresti a un neo scrittore?

Scrivere è meraviglioso, ma è anche un qualcosa che richiede forza di volontà, rinunce, dedizione, pazienza e tantissimo impegno. Non è sufficiente avere talento. Dare vita a un libro, di qualità, curato, ben scritto, è un’impresa titanica e le porte in faccia, le pugnalate alle spalle, i colpi bassi sono da mettere in conto.

Se si è disposti a incassare tutto ciò, allora sono la prima a dire “provaci, amico neo scrittore, non mollare!” Le batoste possono essere tante, ma sono poi parecchie anche le soddisfazioni e le gioie di quando “ce la si fa”.

Stai lavorando ad altro, al momento?

Ho tanti progetti in mente, ma è il tempo libero che mi manca. Per scrivere il secondo romanzo mi ci sono voluti ben quattro anni. Essendo mamma lavoratrice, con una famiglia numerosa e una vita molto intensa, faccio fatica a ritagliarmi lo spazio necessario da dedicare alla scrittura.

Fai parte del Csu. Come vi siete incontrati? 

Conosco Claudio Secci, il fondatore, da ben ventuno anni. Ci conoscemmo nel 2002 in quanto entrambi appassionati della musica di Marco Masini. Per farvi capire il nostro livello di “esaurimento da fan incalliti”, vi dico solo che nell’estate/autunno 2002 ci sparammo qualcosa come 10.000 km in macchina per seguire Masini nei suoi concerti nelle piazze di tutta Italia. 

Passato il periodo masiniano, e non abitando vicini, io e Claudio ci perdemmo di vista, per ritrovarci poi, per puro caso, entrambi scrittori una decina di anni dopo.

Ed è stata per me una enorme fortuna imbattermi nella splendida realtà del Collettivo Scrittori Uniti. Il CSU è uno strumento prezioso che permette agli autori esordienti ed emergenti di fare gruppo, sostenersi, collaborare nella promozione, partecipare ad eventi.

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Colgo l’occasione per ringraziare di cuore, ancora una volta, il Collettivo per tutto ciò che è e che fa.

Così come ringrazio te, Fabiana, e ringrazio Libera_Mente per questa bella opportunità di far conoscere me e le mie creature.

Alla prossima!

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