L’ultima festa dei sapiens di Tommaso Faragò

  • Editore ‏ : ‎ Dark Abyss Edizioni; 1° edizione (9 dicembre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano

Sinossi

Tre storie, tre istanti, un unico pianeta dall’ecosistema distrutto. Sulla Terra arsa dalla febbre causata dal Sapiens il tempo scorre, le vite si spengono, nuove razze sorgono, ma gli interrogativi dell’umanità che ha calpestato quelle sabbie che un tempo erano prati non sono ancora placati.

Un’opera intesa, filosofica, graffiante.


cosa ne penso

“L’ultima festa dei Sapiens” di Tommaso Faragò è una raccolta di tre racconti attuali e ben scritti. Un opera breve ed intensa di genere post apocalittico da dove fuoriesce l’avidità e ingordigia umana. Eh si perché l’essere umano per soldi e bramosia non si è fatto problemi etici a distruggere il pianeta terra. Un tema da sempre discusse e presente in molte pellicole, che l’autore tratta con attenzione e lucidità in cammei, storie filosofiche.

“Trovò un punto dove sedersi e riprendere fiato, rimase un po’ a contemplare i dintorni e si accese la sigaretta: un gesto banale in memoria di un tempo svanito. La cicca aveva il sapore del cartone ma non gli avrebbe fatto più male dell’aria che respirava, satura di anidride carbonica. Ricordare!
Era l’unica azione rimasta possibile e lui impiegava tutto il suo tempo nel farlo, cercando di ricostruire con la mente quel posto, un tempo brulicante di vita.”

L’autore crea un mondo devastato ed i tre racconti seguono un filo logico e temporale, che si conclude con Sapiens. Dove il protagonista, nato e cresciuto in un rifugio sotterraneo è costretto a uscire e d affrontare il mondo esterno, suo malgrado.


“Mentre tutto scivolava nel buio di un oblio senza fine, sapeva che quello era l’ultimo gesto di coraggio di cui l’umanità ormai distrutta era capace e lui se andava da coraggioso… l’ultimo coraggioso.”

Una lettura illuminante di cui non vi anticipo altro, tranne che sicuramente è una raccolta coraggiosa, ben scritta e non adatta a tutti. Il tema trattato è molto importante e non tutti gli animi dei lettori sono pronti ad affrontarlo, anche se a mio modesto parere sarebbe necessario. Per avere più consapevolezza, attenzione e riguardo per il nostro pianeta e la società. Che pianeta lasceremo alle generazioni future? Balle di plastica trasportate dal vento?

Ricordi e tempo che scorre, inevitabilmente.


“Sandor si sdraiò cullato dal mormorio dei suoi compagni e per la prima volta poté ammirare qualcosa di veramente eccezionale: il cielo stellato. Come poteva descrivere quello che provava? Erano generazioni che nessuno metteva piede fuori da quel bunker, era come se un qualcosa di leggendario si fosse improvvisamente materializzato, non esistevano parole per poter definire quella meraviglia o almeno non ne conosceva abbastanza.
Ci ostinavamo a cercare paradisi artificiali, dimenticando che l’Elisio era intorno a noi. Ho in mente cosa volesse dire essere uomo a quel tempo: eravamo figli dei sogni e non ci accorgemmo mai che in realtà stavamo vivendo un incubo»

“L’ultima festa dei Sapiens” di Tommaso Faragò è una raccolta consigliata e necessaria.

“Si era convinto che l’invenzione di un artificio meccanico come la fotografia, che aveva tanto affascinato la società per l’idea di avere il privilegio di intrappolare momenti e immagini, altro non fosse stato che un modo per trovare un punto immobile. L’illusione di fermare il tempo, rendere eterno l’istante felice.”

La casa editrice

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