Maria Enea, l’urlo della sirena
Quarta di copertina
1943
In una Palermo devastata dai bombardamenti degli Alleati, la dodicenne Cristina, affetta da poliomielite, perde la propria casa nell’antico quartiere dell’Albergheria e con la famiglia è costretta a rifugiarsi in casa della nonna, in periferia.
Nel racconto, che segue la crescita della protagonista lungo un arco temporale che ci porta al 1970, le vicende e le violenze della Storia s’intrecciano con quelle di cui è vittima Cristina. La sua ancora di salvezza è rappresentata dalla profonda amicizia con la cugina Franca e con la ricchissima marchesina Laura Betalli, colta e femminista ante litteram.
Tra mille difficoltà, eventi bellici, letture, sorrisi, musica, paure, orrori e prime esperienze sentimentali. le tre ragazze realizzeranno le proprie aspirazioni,e Cristina riuscirà, grazie alla sua caparbietà e alla sua passione per l’arte, a trovare il riscatto umano a cui aspira. Una storia di speranza e resilienza.
Un racconto in bianco e nero, attraverso il quale Maria Enea traccia una trama fatta di Storia e storie che si intrecciano sullo sfondo di una Seconda Guerra Mondiale che ha spento sogni, corpi, anime, tolto il pane e la dignità, imbrutito gli uomini. È in questo scenario che s’innalza l’urlo, prima sommerso poi sempre più sonoro, della protagonista: Cristina, dodici anni appena, claudicante per un difetto, che gli sguardi indiscreti le ricordano a ogni passo, e che proprio come una sirena si muove a fatica tra le pagine del libro per quella vita incerta che si trova ad affrontare, narrando in prima persona le vicissitudini personali, familiari e il dramma di un’intera città, che non riconosce più. All’improvviso, i suoi occhi bambini vedono l’orrore: comprende che il nemico non è soltanto il soldato invasore, ma anche chi dovrebbe volerle bene e che, invece, tradisce il legame di sangue e le accende un’altra guerra, interiore, . Ma tra le macerie di case e vite, si staglia un pezzettino di azzurro, e il suo urlo diventa corale, perché altre voci si uniscono alla sua: quelle di Franca e Laura, che insieme alla protagonista creano un piccolo “mondo altro”, dove respirano un alito di libertà attraverso lo studio, le letture, il disegno, la musica, e dove i libri diventano balsamo per alleviare i tormenti; una bolla in cui proteggersi dalle brutture, dove possono ancora sognare, fantasticando anche sull’Amore, quello vero, ma anche complicato, in brevi momenti in cui spengono la guerra e il dolore e riaccendono la speranza proiettandosi in un futuro di pace e meditando, sempre, una vendetta che sarà inesorabile. Un romanzo storico che narra l’odissea di esistenze senza più punti di riferimento. Con il suo stile chiaro, immediato, attraverso periodi brevi e incisi che rimarcano i sentimenti quali paura e sdegno, e concorrono a sottolineare la miseria dei luoghi e delle situazioni, Maria Enea, rappresenta, mediante una puntuale ricostruzione storica, documentata in alcuni passi del romanzo, uno dei periodi più cupi dell’umanità, non nascondendo, insieme alla rabbia, la personale condanna della dittatura fascista. Toccando temi quali l’oppressione, la condizione della donna, l’ingiustizia, la povertà e la perdita dei valori, lo sguardo dell’autrice legge l’animo dei personaggi, traendone una precisa analisi psicologica e profondamente umana, tanto che la sua voce si unisce a quella degli oppressi. A contestualizzare le vicende, in una Palermo che non è cornice ma quadro, sono i riferimenti precisi a strade, piazze, palazzi storici, tradizioni, sapori e, soprattutto, le frasi, i proverbi e del cantastorie in dialetto siciliano. E il taglio narrativo intriso di Resistenza, dove le parole diventano paesaggi interiori, rende quella storia la nostra storia e induce a una profonda riflessione: ma quel passato è davvero così lontano?
Esce oggi l’urlo della sirena di Maria Enea.
Un romanzo di formazione forte e deciso come una bandiera stesa ed al vento, simbolo della libertà. Negata, contraffatta, legata. Come durante le guerre tra paesi e quelle tra le persone. Che hanno paura del diverso, limitandone la espressione e movimento.
L’urlo della sirena ha un duplice significato nel racconto di Maria Enea: allarme per cercare rifugio durante i bombardamenti e canto seducente mitologico che ammaliava i marinai, che nel tentativo di afferrarla la seguivano a nuoto e perivano per annegamento. Salvezza e morte.
La protagonista, Cristina è una ragazzina quando scoppia la seconda guerra mondiale e la vive con paura e speranza. Lei è sempre stata diversa dagli altri, claudicante e con una patologia invalidante. Gli occhi degli altri sono specchi che riportano l’ apparenza: la diversità. Ma nel suo intimo la ragazza è forte e non si spezza, tanto che coltiva due amicizie importanti che le daranno forza e coraggio. Di andare oltre le macerie e costruire un futuro diverso. Lo stile dell’autrice è descrittivo e potente, senza fronzoli. La storia del conflitto mondiale riprende vita tra le pagine che scorrono veloci. Un romanzo storico intriso di sentimenti consigliato per non dimenticare e confidare nel futuro. Consigliatissimo.