Armilla meccanica di Fabio Carta
Autore: Fabio Carta
Editore : independently publishing
Lingua : italiano
Genere:Fantascienza
Isbn : B09WJ4DWYH
Pagine: 202
Data d’uscita:4 novembre 2021
Prezzo 2.99€
Trama
“I Meka incarnavano un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle. Troppo grande l’universo per affrontarlo con le sole piccole membra fornite all’uomo dalla natura”.
Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile.
Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l’aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno.

Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio.

Buongiorno amici del blog Lib(e)ra_mente! Come state? Spero bene.
Quest’oggi vi parlerò parlarvi di un romanzo che mi ha parecchio colpito, soprattutto per lo stile di scrittura dell’autore. Ma andiamo per gradi, “Armilla meccanica” di Fabio Carta è un romanzo fantascientifico, ambientato in un futuro prossimo in cui il pianeta terra è divenuto una colonia: “Metrobubble”. Alcuni esseri che abitano al di fuori del nostro globo lo hanno conquistato. E naturalmente tutto è cambiato per la popolazione che viveva nel lusso ed agio. Una grande crisi finanziaria li ha colpiti, causando grossi problemi. Una evoluzione naturale degli eventi concatenati tra loro hanno portato a grandi sconvolgimenti sociali, economici e storici. L’autore è stato dettagliato nelle descrizioni, la fantasia si sposa con elementi reali. Creando un mondo verosimile e quasi dispotico.
Armilla meccanica è il primo volume di una trilogia quindi la trama è ben costruita ed in continua evoluzione.
Fabio Carta ha una scrittura molto sofisticata e usa vocaboli o termini poco comuni, che abbelliscono sempre di più il romanzo. Che offre molti di vista e riflessioni sulla tecnologia, economia e sue diversità.
In Armilla meccanica spicca la notevole ricerca dell’autore per queste ambientazioni sia futuristiche che fantascientifiche. È grazie alle sue teorie e ai suoi studi che questo romanzo merita di essere letto, perché riesce a fare percepire in modo nitido, tutte le emozioni e le varie situazioni.
A partire da Geuse, un mek-operai anziano che non lascia il suo ruolo di comandante. Nonostante l’ età ed un pilota molto scettico nei suoi confronti. Uno scontro generazionale e professionale. E naturalmente non può mancare una fanciulla che adora il suo capitano. Un quadro costellati di incertezze per la crisi economica di molte colonie, anche sulla Via Lattea. Geuse è consapevole, testardo e molto sensibile. La meditazione lo porta a non perdere speranza, tant’è che riuscirà a captare una voce. Una donna che lo confonderà, un po’ come nella puntata di Star Trek, serie Deep space nine. E non mancherà il cattivo di turno, il dittatore Meklord. A cui si oppongono i Queen, nativi del pianeta. Aiutati dal un liberatore, un mek-operaio . Un libro avvincente, che va letto con attenzione e sono sicura che vi appassionerà. . La scrittura di Fabio è fluida, scorrevole, ogni minima cosa è descritta e spiegata nei dettagli, questo permette al lettore di entrare ancora di più nel romanzo.
Verso un finale che naturalmente non anticipo.
Il fatto che il meka dell’SST, lassù, fosse riuscito a stabilire un contatto radio faceva ben sperare, ma cogliere delle onde radio con una banale antenna era una cosa, mentre acchiappare un precursore ad arco di plasma con un collettore – un collettore così dannatamente piccolo! – era ben altra faccenda. A che altezza poi il “blocco” avrebbe potuto collegarsi alla cognizione generale delle altre unità sue simili, se ancora ce ne erano in ascolto nelle infosfere quantistiche interdimensionali? E quanto tempo ci sarebbe voluto per avviare i processi neurali del blocco, dando per scontato che si potessero usare le chiavi del biolink del miliziano morto?..”
