Corrado Antani e Ettore Mascetti “Le Eredità del Male”, edito da Golem Edizioni nella collana Ombre.
Trama: delle eredità del male:
Marco Pavan un tempo era un poliziotto. Uno di quelli bravi fino a quando la storia, con la S maiuscola, non si è messa di traverso sulla sua strada sotto forma della scuola Diaz e dei fatti del G8 di Genova. Costretto ad andarsene dal Corpo per avere agito secondo “coscienza” e scaricato dalla moglie, oggi è un investigatore privato senza arte né parte. In una sonnolenta e nebbiosa Rovigo, con l’incarico di vicequestore, viene trasferito il sanguigno e ambizioso Cesare Baldini: la sua non è una promozione, ma l’ultima tappa di una carriera condita da violenze e abusi.
La fama di “città nella quale non succede mai niente” viene improvvisamente interrotta dall’assassinio dell’onorevole Balzan, ex parlamentare DC. L’uomo viene ucciso in casa sua in modo efferato, con molti colpi alla schiena inferti da un oggetto non identificato. Baldini, chiamato a indagare, sospetta subito di Okigbo, il vicino di casa nigeriano. Pavan che si interessa al caso per aiutare un’amica della figlia, si convince che il nigeriano non può essere l’assassino, e inizia a indagare scavando nel passato della vittima e, con l’aiuto di un giovane poliziotto e di un’abile informatica, scopre un inaspettato legame con l’ex ospedale psichiatrico delle Granzette da cui, tra mille reticenze e difficoltà legate all’età dei testimoni, emerge un quadro di orrori e crudeltà.
Pavan, un tassello per volta, inizia a ricostruire le vicende ma l’epilogo è ancora lontano e, in un susseguirsi di colpi di scena, tutti i protagonisti della vicenda si troveranno ad affrontare situazioni imprevedibili e, potenzialmente, mortali.

“Le Eredità del Male”di Corrado Antani e Ettore Mascetti è un noir/ thriller sorprendente. Quando è stato proposto al blog abbiamo accettato immediatamente. Leggendo la sinossi, ammetto che la curiosità era molta. Sono affascinata dagli ex manicomi, ho studiato la legge Basaglia, visto film e letto testimonianze. Granzette ( frazione del comune di Rovigo), ospitava un piccolo ospedale psichiatrico. Il Re Vittorio Emanuele III, attivo dal 1930 al 1995, anno della chiusura. Le due guerre mondiali portarono con loro molti problemi organizzativi, economici e sociali nel piccolo manicomio.
Una lettura intensa e piacevole che mi ha catturato. Sino all’ ultima pagina. Il ritmo è incalzante, lo stile scorrevole, i personaggi vividi. Storia e dialoghi sono ben strutturati.
Marco Padovan è un detective privato con la formazione statale alle spalle. È un ex poliziotto che per certi versi è stato vinto dalla vita. Ha perso la famiglia e la carriera.
Cesare Baldini è il nuovo vicequestore di Rovigo.
L’assassinio di un parlamentare, sconvolge la comunità ed unisce i destini dell’ex poliziotto e Baldini. Indagini ufficiali e private si intersecano tra passato e presente. Sino ad una conclusione stupefacente. Perché non tutto è come appare.
…scopre un inaspettato legame con l’ex ospedale psichiatrico delle Granzette da cui, tra mille reticenze e difficoltà legate all’età dei testimoni, emerge un quadro di orrori e crudeltà.
L’ambientazione è suggestiva, la critica sociale e civile gronda tra sfocia le righe, i personaggi sono ben caratterizzati psicologicamente. Hanno spessore come gli accadimenti e le svolte inaspettate della storia. Lo stile della narrazione è estremamente fluido nonostante l’ utilizzo di più piani temporali.

L’idea di scrivere un libro – racconta Corrado Antani, che ha un passato di autore di testi teatrali – risale al 2014 ed è legata ad un attrezzo, usato in campagna prima della meccanizzazione, che aveva attirato, durante una cena, l’attenzione del mio amico Ettore che non ne conosceva l’uso. Da lì era partita l’idea di un delitto. Io e Ettore siamo amici d’infanzia ed essendo entrambi avidi lettori, ci siamo sempre confrontati su libri e scrittura. L’idea quindi giaceva latente. Poi durante il lockdown abbiamo deciso di scrivere il libro che ha avuto varie revisioni anche alla luce dei consigli di qualche editor professionista. Una volta terminato lo abbiamo inviato a varie case editrici e senza farci attendere l’editore Giancarlo Caselli si è detto interessato alla pubblicazione. Per noi – continua Antani – entrare al Salone del libro di Torno è stata un’emozione unica. Da quando abbiamo varcato la soglia del Lingotto siamo entrati in un mondo magico, una specie di ‘Paese dei balocchi’ dei lettori. In ogni stand c’erano autori famosi, giornalisti, artisti. Dopo due anni di chiusure si respirava la voglia di stare insieme in presenza. La nostra presentazione è stata quasi surreale, avevamo Jovanotti a pochi passi che presentava il suo libro e subito dopo di noi è toccato a Nina Zilli. Non finiremo mai di ringraziare Caselli, imprenditore d’altri tempi, spinto da una genuina passione per la letteratura”.