Data di pubblicazione: 16 Aprile 2019
Sinossi:

è con piacere che oggi ospitiamo il review party , “The Kingdom” di Jess Rothenberg.
Ringraziamo l’organizzazione del review e gli autori per la lettura e la partecipazione.
Immaginazione, questa è stata la mia parola chiave di questo viaggio letterario. Grazie alla sinossi immaginavo di tuffarmi in un mondo dalle tinte disneyane tra principesse ed animali fantastici. Errore.
Ambientato in un mondo futuro violento e fuori controllo dove esiste anche il Regno.
Un posto artificiale dove la tecnologia e la quiete regnano sovrani. Creato per riprodurre fedelmente tutti gli ambienti terrestri ricreando con anche tutte le specie animali (anche quelle estinte o di fantasia).
“Voli virtuali negli universi dei propri libri preferiti. Nuotate in compagnia delle sirene. Safari tra elefanti a strisce e purosangue dalle ali di farfalla. Questo e molto altro diventa possibile quando si varcano i cancelli del Regno, il parco a tema più straordinario di tutti i tempi. Ma l’attrazione principale sono loro: le sette principesse androidi create per intrattenere i visitatori. Sempre bellissime, sempre sorridenti, sempre pronte a trasformare i sogni in realtà. Ana, una delle predilette dal pubblico“.
Ana, la protagonista, insieme alle sue sorelle accoglie i turisti quotidianamente.
Fantasiste programmate per accogliere, sorridere, rendere felici affinché ognuno abbia il suo lieto fine.
«Cerchi sempre di rendere felici le persone, vero?» «Certo che sì. Tu no?»
«Non abbastanza.»
Ridacchia.
«Tu sei migliore di me.»
«Certo che sì. Tu no?»
«Non abbastanza.»
Ridacchia.
«Tu sei migliore di me.»
L’apparenza spesso inganna e non tutto è come appare.
Ana improvvisamente inizia ad avere pensieri strani, porsi domande e si convince di essere vittima di un corto circuito. Lei è un ibrido e non è programmata per avere stati d’animo umani. Rendersi conto dell’arteficiosita` della realtà e la relativa solitudine.
“Penso anche a quant’è facile sentirsi soli, pensare che nessuno ci capisca, per poi scoprire che è vero l’opposto.”
Una giovane cyborg stile Leopardi che ho amato per la sua complessità, che a tratti mi ha ricordato il protagonista di”Videodrome” . Come nella famosa pellicola, tutto precipita con l’abbandono del velo di Maya: l’incontro con Owen. Giovane uomo che lavora come manutentore e la guarda con occhi vivi, le parla creando in lei reazioni inattese.
La natura prende il sopravvento.
«Sei un’anomalia, Ana» dice Owen, sorridendo. «E questo mi rende pericolosa.» «No.»
Owen scuote la testa.
«Ti rende bella.»«E questo mi rende pericolosa.» «No.»
Owen scuote la testa.
«Ti rende bella.»
Una storia atipica e moderna dallo stile fluido ed il ritmo incalzante. L`autrice è stata molto brava nella creazione dei personaggi e nella descrizione psicologica. Il normale diviene relativo. I confini tra reale ed immaginario si intersecano in una trama preziosa.
Owen mi stringe tra le braccia. «Sono loro, i mostri. Non tu.» «Ma allora cosa sono?» Appoggio la testa sul suo petto caldo. «Non lo sai?»
Mi bacia sulla fronte.
«Sei un angelo.»«Non lo sai?»
Mi bacia sulla fronte.
«Sei un angelo.»