Buon venerdi readers, eccoci nuovamente con la nostra rubrica settimanale, 7 blog per un autore. Un blogtour realizzato in collaborazione con altri sei blog, nato da un’idea di Federica di Gli occhi del lupo.
Sette blog per presentare un libro, attraverso parole ed immagini selezionate e create dall’autore. Sette giorni in cui attraverso tematiche e giorni prestabiliti lo scrittore può condividere con i lettori il suo lavoro e passione.
Come sempre la nostra tappa è dedicata al messaggio che l’autore vuole lasciare con il suo romanzo racchiuso in una immagine.
🌈Blog che vi partecipano:
LUNEDÌ – Tutto sul romanzo – IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV
MARTEDÌ – Ambientazione – IN COMPAGNIA DI UNA PENNA
MERCOLEDÌ – Cast Dream – TRE GATTE TRA I LIBRI
GIOVEDÌ – Un messaggio da scoprire – ANIMA DI CARTA
VENERDÌ – Un’immagine che racconta – LIBERA_MENTE
SABATO – Intervista all’autore – VENTO DI LIBRI
DOMENICA – Intervista al personaggio – GLI OCCHI DEL LUPO
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Ospitiamo l’autore, Francesco Zagaglia:
SINOSSI:
Nel cuore della campagna italiana, le case sono rade. Una in particolare, un’antica villa storica, suscita inquietanti voci. Proprio nei sotterranei di quell’edificio abbandonato dalla luce e da Dio, l’Irlandese, Tom e Padre Robert verranno in possesso di un libro nero dalla costa dorata. Nello stesso momento, l’oscurità si insinuerà nelle loro vite. Incubi, visioni macabre e demoniache, fantasmi e presenze deformi porteranno i tre amici a cercare una spiegazione, a dare un senso a tutto ciò che li circonda. Tutto quello che vedono è reale? Oppure è solo la paura che attanaglia le viscere?
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7 blog per un autore, blogtour realizzato in collaborazione con altri sei blog, da un’idea di Federica di Gli occhi del lupo. Come sempre la nostra tappa è dedicata al messaggio che l’autore vuole lasciare con il suo romanzo racchiuso in una immagine.
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Un’immagine che racconta
UN IMMAGINE CHE RACCONTA
Proponici una o più immagini rappresentative del tuo romanzo spiegandone la scelta.
“Quel pupazzo straccioso, quell’ombra lunga, ferma e nuova, che stazionava alla sua destra, diventava, nella sua fantasia, una specie di figura antropomorfa, sempre più reale.”
Ho scelto questa immagine perché mi ha sempre impaurito l’ignoto che ci può essere dietro una tenda. In questo caso sono io, perché molto spesso gli artefici delle nostre angosce siamo proprio noi stessi.