Sette blog per un autore, La casa del gelsomino bianco di Sara Serra.
Sara Serra. è l’ospite di questa settimana.
Questa settimana ospitiamo, Sara Serra.
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Un’immagine che racconta
Sette blog per un autore, La casa del gelsomino bianco di Sara Serra.
Proponici una o più immagini rappresentative del tuo romanzo spiegandone la scelta.
Questa immagine mi ha ispirato la creazione di “Villa Sole” che immagino esattamente così, con il gelsomino abbarbicato sulle facciate e un pergolato di glicine all’ingresso che a ogni primavera si riempie di colore diventando un vero e proprio dipinto.
Quando ho deciso di iniziare a scrivere questo romanzo avevo bisogno di immaginare
un’ambientazione suggestiva e volevo dare ai miei personaggi una grande casa immersa nel verde, con alberi da frutto e fiori di ogni tipo, con tantissimo spazio per stare insieme alla famiglia ma anche per concedersi dei momenti di indispensabile solitudine.
Ogni volta che scrivevo di “Villa Sole” avevo la sensazione di avvertire l’odore di quel gelsomino rampicante, del suo aroma tanto dolce da sembrare pungente, avvolgente e afrodisiaco, inebriante e persistente. Ognuno di noi riconosce alcuni odori più evocativi di altri e lo stesso avviene per me con il gelsomino, tanto che inizialmente avevo dato un titolo diverso alla storia in cui però il gelsomino la faceva comunque da protagonista. Perciò posso dire senza dubbio che il gelsomino, bianco o selvatico che sia, è esattamente l’elemento caratterizzante di questo romanzo.
“Villa Sole”, nel mio immaginario, è un piccolo Eden e non nascondo che vorrei viverci anch’io.
Mi piacerebbe svegliarmi lì ogni mattina con il cinguettio degli uccellini, fare colazione sotto al
pergolato nel silenzio più assoluto, accarezzare la buccia calda dei primi frutti nutriti dal sole,
camminare per i sentieri pieni di fiori che conducono alla grande quercia e da lì ammirare la distesa di lavanda riempiendomi le narici del suo fresco profumo. Non ho un posto così dove rifugiarmi nella realtà ma l’ho creato per i miei personaggi e per chiunque, leggendo “la casa del gelsomino bianco”, voglia venirci insieme a me.
Il prato di lavanda è il secondo elemento caratterizzante di “Villa Sole” e chi ha già letto il romanzo sa bene che lì si snodano alcune delle scene più importanti. Quelle spighe blu sono testimoni di momenti fondamentali nella vita dei personaggi, di gioie, lacrime, abbracci e anche baci rubati. Ho immaginato sin dall’inizio questo grande campo di lavanda a scoscesa al di là di una vallata su cui si erge una quercia secolare a cui Alena ed Ethan sono abituati a raccontare tutti i loro segreti come se fosse una vecchia amica, una signora anziana e saggia pronta a custodire ogni parola a lei affidata e a dispensare consigli suggerendoli al vento. Quello che i miei protagonisti hanno verso quella quercia e verso ogni albero, pianta, sasso o qualsiasi elemento di “Villa Sole”, è un rapporto reverenziale e di amore incondizionato.
Questa immagine non ha bisogno di didascalie e chiunque abbia già letto il romanzo avrà
sicuramente capito chi immagino che ritragga.
Ho voluto inserire la presenza dei cavalli, in questa storia, perché insieme ai cani sono gli animali che amo di più. Io stessa ho fatto equitazione per tanti anni e so bene quanto speciale e simbiotico possa essere il rapporto con queste creature particolari.
I cavalli hanno una sensibilità unica e quando si raggiunge un legame con loro basta davvero uno sguardo per capirsi, perché non è vero che non vanno mai guardati negli occhi, anzi credo proprio che se hai un animo limpido e sincero loro sono i primi ad accorgersene e a volerti aprire il loro cuore attraverso un varco che parte proprio dagli occhi. I cavalli sentono i tuoi stati d’animo e se sei nervoso lo trasmetti e rischi di farli innervosire, perciò quando sei con loro devi per forza staccare la spina da tutte le fonti di stress e pensare soltanto a goderti il momento. Già di per sé, questa, non è forse una terapia infallibile?
E poi vogliamo parlare del senso di libertà di una galoppata fuori da qualsiasi recinzione? O della piacevole sensazione al tatto quando accarezzi il loro muso esattamente tra le narici? Quella parte così morbida e vellutata su cui non smetteresti mai di imprimere baci a schiocco.
Questa immagine ritrae il più bel dono che Alena possiede, cioè l’empatia con cui è in grado di stabilire una connessione con le persone, al punto da comprendere dopo pochi gesti di cosa
l’anima di ognuno abbia bisogno. La floriterapia, in particolare, è una parte preponderante della sua vita, l’ha imparata dalle zie e l’ha interiorizzata per aiutare chiunque le stia accanto a trovare esattamente quei fiori o quelle spezie che, sapientemente miscelati, possano creare l’infuso più adatto a ciascuno dei clienti della Bottega delle erbe (l’antica tisaneria di famiglia). Insieme alla tazza della tisana più adatta a voi, vi verrà offerto anche un dolce o un biscotto o una fetta della torta che meglio si abbinerà ai vostri gusti personali, perché Alena è anche e soprattutto un’abile pasticciera. Ama preparare i dolci per sé e per gli altri, convinta dell’enorme potere rigenerante di un pasticcino studiato con cura, sapienza e con gli ingredienti migliori. Per Alena, come le ha insegnato la nonna, la cura più efficace per i mali dell’anima ha sempre un morbido ripieno di cioccolato e un ingrediente segreto, forse magico.